CAMPAGNA “DATE I NUMERI” sulle CONTENZIONI in Toscana + comunicato MONTALTO di FAUGLIA: il LATO OSCURO della CURA – ABUSI, CONTENZIONI e SILENZI
LANCIO della CAMPAGNA “DATE I NUMERI” sulle CONTENZIONI in Toscana
Le volte in cui, nel solo 2022, donne e uomini sono stati contenuti immobilizzati a letto sono state 7534 in 12 Regioni italiane. Il numero in tutta Italia è certamente molto più alto, visto che le altre 8 Regioni non hanno inviato dati utilizzabili o affermano di non averli. Tra queste la Regione Toscana. “I dati richiesti non sono detenuti dalla scrivente amministrazione”: è la sorprendente risposta ricevuta dalla regione Toscana, i cui funzionari – forse ignari dell’impegno preso dall’intesa Stato-Regioni dell’aprile 2022 sul monitoraggio delle contenzioni entro luglio 2024 – hanno invitato a rivolgersi direttamente a ciascuna delle aziende sanitarie locali oppure ai singoli reparti psichiatrici ospedalieri.
Anche nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla fondazione Stella Maris veniva praticata
la contenzione meccanica. Sotto il comunicato sull’ultima udienza del processo sui maltrattamenti alla Stella Maris svoltasi venerdì 21 febbraio 2025.
MONTALTO di FAUGLIA: il LATO OSCURO della CURA – ABUSI, CONTENZIONI e SILENZI
Dopo aver assistito all’udienza, l’ennesima, del processo sui maltrattamenti ai ragazzi con disabilità ospiti della struttura di Montalto di Fauglia (Pisa) gestita dalla fondazione Stella Maris, che si è svolta venerdì 21 febbraio, e in attesa della prossima in programma martedì 6 maggio 2025, abbiamo alcune considerazioni da fare. Nell’udienza di febbraio erano stati ascoltati cinque testimoni della difesa: il medico di base, due assistenti, un infermiere e uno psichiatra.
Come le scorse volte il canovaccio usato dalla difesa è stato lo stesso: i testimoni chiamati in aula hanno sostenuto che i violenti erano in realtà i ragazzi con autismo; nessuno di loro, hanno dichiarato, ha mai visto i colleghi maltrattare gli ospiti. Non c’è stato alcun riscontro alle riprese delle telecamere installate in sala mensa, che hanno immortalato più di 280 episodi di violenza in meno di tre mesi. Una violenza non episodica ma strutturale.
Eppure sia le due assistenti che l’infermiere hanno dovuto ammettere di aver ricevuto delle sanzioni disciplinari dalla direzione della Stella Maris per essere stati ripresi dalla telecamere mentre assistevano, senza intervenire, ad atti violenti contro i ragazzi. Una conferma indiretta della conoscenza dei maltrattamenti da parte dei vertici della struttura.
È emerso inoltre, come era già stato messo in evidenza anche durante le udienze precedenti, la mancata formazione del personale da parte della Stella Maris. Una delle due assistenti ha infatti riferito di avere conseguito l’attestato di OSS (Operatrice Socio Sanitaria) solamente nel 2018, quindi dopo gli abusi che risalgono al 2016.
Molto importanti sono stati gli interrogatori del dottor Marinari e dell’infermiere Biagini. Lo psichiatra ha ammesso di avere svolto un doppio ruolo, e questo fatto è abbastanza inquietante già di per sé. Come primario della psichiatria territoriale partecipava alle riunioni semestrali con la Stella Maris per la stesura dei piani individualizzati dei ragazzi. Con questa mansione seguiva soprattutto quelli con autismo che erano il 75% dei ragazzi di Montalto. Dopo la pensione è stato poi assoldato dalla Stella Maris come consulente a contratto e poi ancora come responsabile sanitario della struttura di Montalto fino a oggi. Marinari ha affermato che da primario territoriale della psichiatria proponeva i ricoveri per i ragazzi quando i costi, in caso di assistenza domiciliare oppure di ricovero in struttura al momento della crisi, erano considerati troppo alti dalla Società della salute. Ha detto testualmente: “inserire ragazzi a Montalto era spesso un risparmio economico per la Società della salute”.
L’ultima testimonianza della mattinata è stata quella dell’infermiere Biagini.
Ha raccontato in maniera molto asettica come funzionava l’infermeria. Qui la contenzione era una pratica costante e quotidiana. Ha usato testualmente queste parole: “c’era un letto con le contenzioni di tipo meccanico con cinghie ancorate ai quattro lati del letto, più altre cinghie che venivano usate sopra queste”.
Come nei manicomi.
L’infermiere ha detto anche che questi contenimenti provocavano spesso lesioni e lividi e a volte fratture, citando il caso di un ragazzo con una gamba rotta. Ha poi continuato dicendo che a Montalto di Fauglia non c’erano corsi di formazione su come usare questo tipo di contenzione, ma molta improvvisazione. Testualmente: “non c’è stato nessun corso sulla contenzione,veniva detto tutto a voce”.
Lo stesso infermiere ha confermato l’uso dei tappeti contenitivi, pratica che era già emersa durante le scorse udienze. L’utilizzo dei tappeti contenitivi non è stato mai autorizzato né dalla Regione Toscana, né dall’ASL e nemmeno dalla Società della salute. I tappeti contenitivi non risultano essere dei dispositivi approvati da utilizzare in caso di contenzione. L’infermiere, a precisa domanda da parte di un avvocato, ha risposto che ad oggi nella struttura di Marina di Pisa non usano più questo dispositivo, che è stato sostituito da una non meglio qualificata “coperta di sabbia”. Non è stato possibile sapere altro perché nessun avvocato si è sentito di chiedere informazioni aggiuntive su questo ulteriore dispositivo di contenzione.
In cosa consiste la “coperta di sabbia”? Che tipo di dispositivo è? Chi l’ha autorizzato? Qualcuno prima o poi dovrà dare una spiegazione, soprattutto per i familiari delle persone ospitate nella struttura che meritano risposte chiare e trasparenti.
La Stella Maris dovrebbe avere il coraggio di prendere una posizione chiara e definitiva contro ogni metodo coercitivo e degradante. Sarebbe importante che la fondazione abbandonasse per sempre qualsiasi pratica di contenzione o di trattamento inumano.
Indipendentemente dall’esito del processo le sofferenze vissute rimarranno impresse nelle coscienze di chi li ha subite e delle loro famiglie. Esprimiamo loro tutta la nostra solidarietà.
La presunta eccellenza della Stella Maris è un grande bluff. A Fauglia non venivano fornite cure o trattamenti terapeutici, ma si perpetravano atti di violenza e trattamenti degradanti e umilianti. Tutte le pratiche di contenzione, tra cui anche i tappeti contenitivi o “le coperte di sabbia” rappresentano, oltre che inaccettabili forme di abuso, uno dei tanti simboli del fallimento dell’utopia psichiatrica.
Invitiamo a partecipare al PRESIDIO in SOLIDARIETÀ alle VITTIME dei MALTRATTAMENTI alla Stella Maris MARTEDÌ 6 MAGGIO ore 10.30 c/o il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica.
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
per info e contatti:
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa
antipsichiatriapisa@inventati.org
www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669
https://www.youtube.com/@CollettivoArtaud
PISA: martedì 6/05 PRESIDIO – VERITà sulle VIOLENZE alla Stella Maris

MARTEDÌ6 MAGGIO 2025ORE 10:30
presso il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica
PRESIDIO di SOLIDARIETÀ
BASTA ABUSI! BASTA USO del TAPPETO CONTENITIVO!
VERITÀ SULLE VIOLENZE ALLA STELLA MARIS!
SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI!
COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD
antipsichiatriapisa@inventati.org
PISA: Martedì 6 maggio PRESIDIO in SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI alla Stella Maris!
VERITÀ SULLE VIOLENZE ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI ! BASTA ABUSI! BASTA USO del TAPPETO CONTENITIVO!
Martedì 6 maggio 2025 ore 10:30 quindicesimo presidio sotto il Tribunale di Pisa per una nuova udienza sui maltrattamenti nella struttura di Montalto di Fauglia destinata a ospitare persone autistiche, gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. In questa udienza dovrebbe essere ascoltato il nuovo consulente tecnico della difesa.
Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti. Tra gli ospiti Mattia, morto nel 2018 per soffocamento, dovuto probabilmente al prolungato ed eccessivo uso di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia afferma di non essere mai stata informata. Per questa vicenda vi è un altro procedimento penale, il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura. È iniziato il processo d’Appello presso il Tribunale di Firenze, rinviato addirittura a novembre 2025.
Il processo per maltrattamenti va avanti lentamente da oltre 6 anni: le udienze sono diradate considerando l’elevato numero di testimoni. Si tratta del più grande processo sulla disabilità in Italia. Nel periodo della pandemia è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa.
Gli imputati sono 15, di cui due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale che, dopo il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi, poi assolto nel processo d’Appello.
I genitori, i tutori e altri testimoni ascoltati hanno riportato le violenze subite dai ragazzi di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni che testimoniano gli oltre 280 episodi di violenza in meno di 4 mesi; violenza non episodica ma strutturale. In una delle ultime udienze una delle dottoresse ha dichiarato che a Montalto di Fauglia venivano usati, in caso di crisi, i “tappeti contenitivi” dove il paziente veniva immobilizzato, contenuto e arrotolato.
Come riporta la relazione del consulente tecnico, professor Alfredo Verde: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. E ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo. Il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali”.
Per questi motivi e per ricordare le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale non in grado di difendersi da sole, è un dovere seguire le vicende del processo nell’interesse di tutte/i.
Partecipiamo al PRESIDIO in SOLIDARIETÀ alle VITTIME MARTEDÌ 6 MAGGIO ore 10.30 c/o il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica.
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
Comitato Sanità Pubblica Versilia-Massa Carrara
Coordinamento Regionale Toscano Salute Ambiente Sanità
per info:
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
via San Lorenzo 38, 56100 Pisa 3357002669
antipsichiatriapisa@inventati.org artaudpisa.noblogs.org
NO allo SFRATTO di CASA GALEONE!
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato di Casa Galeone realtà delle Marche impegnata da tempo anche nelle lotte antipsichiatriche
IL GALEONE IN TEMPESTA
Nel 2022, venuti a conoscenza delle intenzioni di sfratto della proprietà nonostante non fossimo mai stati morosi e sussistessero noti accordi con il legittimo proprietario Arnaldo Natali, spalle al muro abbiamo deciso di opporci agli sfratti in sede processuale, forti delle nostre ragioni e delle evidenze che credevamo incontestabili.
Ci siamo imbarcati in un’impresa costosa, lunga e complicata su un terreno ostile che non è mai stato il nostro. In tribunale ci siamo sempre andati o perchè trascinati dalle guardie o per sostenere compagni/e inguaiati/e con la legge. Mai volontariamente a cercare “giustizia”. E così doveva rimanere.
Una volta saliti su questo carrozzone siamo stati travolti da schemi che ci hanno obbligato a contrarre la nostra attitudine al conflitto, sovradeterminando le nostre pratiche e sottraendo energia alle lotte e ai progetti per dedicarci alla raccolta fondi perché, a differenza della proprietà che ha a disposizione fondi illimitati piovuti dal cielo, noi possiamo contare solo sulle nostre forze e sulla solidarietà dei nostri compagni e delle nostre compagne.
Il 12/02/2025 nel giudizio n.r.g. 225/2024 la Sezione specializzata agraria del tribunale di Macerata ha emesso la sentenza in merito al procedimento sulla supposta finita locazione dell’immobile abitativo decretando l’obbligo del rilascio non oltre il 31 Maggio 2025.
Con la stessa ci condannano, inoltre, al pagamento delle spese legali sostenute dalla proprietà e al pagamento degli affitti non versati dal 2023 ad oggi.
Tutte le nostre richieste in merito alla natura del contratto, di fatto agrario e non di civile abitazione, e soprattutto a quelle relative a un importante controcredito che vanteremmo in seguito ai numerosi e dettagliati lavori di ristrutturazione sono state rigettate malamente.
Il 22/11/2024 nel giudizio 1119/2022-535/2023 r. g. vertenti, la corte d’appello d’ Ancona respinge il nostro ricorso condannandoci al rilascio della terra liberandola tempestivamente di ogni soprassuolo e ovviamente siamo stati anche condannati a rifondere spese legali e canoni. Abbiamo infine ricorso in cassazione sperando che, non essendo ancora andato in giudicato, avrebbe “puntellato” l’impianto delle nostre istanze in merito alla questione abitativa.
Un disastro.
Abbiamo infine offerto in extremis, per l’acquisto della casa, una cifra spropositata. Molto più alta del reale valore dell’immobile. Una cifra a cui, solo una manciata di mesi prima, la proprietà ci aveva chiesto di arrivare per la sua cessione e alla quale abbiamo ricevuto come risposta un laconico: “non esistono i presupposti per improntare una qualsivoglia trattativa”. Che tradotto probabilmente significa: “piuttosto la bruciamo”.
Che vi fosse un problema ideologico di fondo lo aveva candidamente confessato il loro avvocato, tale Michelangelo Seri di Civitanova Marche, dobbiamo dire a tratti più realista del re, che probabilmente dietro mandato della Luna srl ha cercato, nelle varie udienze, di inserire la questione politica e morale nel dibattimento. In particolare, durante le mobilitazioni in solidarietà dell’anarchico Alfredo Cospito ha millantato la nostra “pericolosità sociale” perché protagonisti di un’esperienza agricola comunitaria di stampo libertario, arrivando poi a ridicolizzarsi nel tentativo di stigmatizzare come esotico e ambiguo il nostro modello di vita in comune, e definendo inoltre “fantasie agresti” le nostre pratiche contadine.
Probabilmente il problema nasce quando, la non ancora erede Miriam Natali, durante una visita a Casa Galeone accompagnata dal fido Lino Sopranzi, commercialista con delega di amministratore di sostegno del vecchio Arnaldo oramai infermo, si imbatté nel nostro frigorifero a doppia anta. Sicuramente l’elettrodomestico che più di tutti gli altri manifesta il suo Antifascismo. Secondo il loro terzista pare che alla vista di tutti quegli adesivi colorati e inequivocabili, ne sia uscita particolarmente turbata... Il famoso problema ideologico di fondo.
Non vogliamo negare né la profonda tristezza, né la grande rabbia per questo sopruso, né l’oggettiva difficoltà a coprire le spese legali.
Sappiamo che difficilmente gli spazi di casa nostra saranno nuovamente abitati perché sull’immobile pendono una serie di vincoli oltre che una frana attiva che dovrebbero dissuadere anche il più sprovveduto acquirente, e quindi questi spazi così pieni vita, progetti, disagio, ricordi sono destinati all’abbandono, al silenzio.
Sappiamo che a breve la nostra terra che abbiamo trasformato da un campo arido e avvelenato in luogo fertile e ricco di biodiversità verrà riconsegnata all’agroindustria che in una sola stagione procederà allo sterminio dei micro-ecosistemi che vi erano rinati.
In questi giorni stiamo cercando disperatamente un altro posto dove continuare il progetto di casa galeone ma non è semplice. Per niente. Non è semplice immaginare un altro luogo dove ricominciare, organizzare un trasloco in odore di esodo, asportare tutti gli impianti e le migliorie approntate in questi anni, immaginare che una nuova bimba possa nascere proprio nei giorni dello sfratto e pensare di abbandonare un luogo a cui abbiamo dato così tanto e che così tanto ci ha dato. Non è semplice.
Noi comunque non molliamo e i conti non si chiuderanno di certo così.
Non riusciamo ad immaginare un altro modo di vivere e di lottare.
Vorremmo concludere citando testualmente il presidente della commissione speciale agraria del tribunale di Macerata quando per richiamare a gran voce gli avvocati e i suoi colleghi alla lettura dell’ultima sentenza dice:
ADESSO TOCCA AGLI ANARCHICI
PODCAST su Radio Blackout dell’incontro di AUTODIFESA ANTIPSICHIATRICA sul TSO
REGISTRAZIONE dell’incontro di AUTODIFESA ANTIPSICHIATRICA vol II TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO
A questo link potete sentire alcuni estratti dall’incontro svoltosi il 23 novembre 2024 al Mezacal Squat di Torino in cui, insieme a Ri-congiunzioni, come collettivo Artaud abbiamo parlato di Trattamento Sanitario Obbligatorio.
Autodifesa Antipsichiatrica nasce come rubrica di Ri-congiunzioni per diffondere strumenti e conoscenze utili per comprendere meglio, che cos’è e come funziona la psichiatria in Italia. Troppo spesso la psichiatria non è la “medicina” per curare i corpi delle persone ma uno “strumento” per controllare, reprimere e sedare.
Fare antipsichiatria significa osservare questa disciplina con un occhio critico, da un angolatura che fa emergere ciò che viene occultato dalle istituzioni totali. Se i manicomi sono stati chiusi cinquant’anni fa, oggi, davanti ad una psichiatria neo-manicomiale, ci chiediamo quali sono le nuove articolazioni e i nuovi dispositivi della psichiatria da cui dobbiamo saperci difendere.
ROVERETO domenica 6/04 presentazione di “SOCIALMENTE PERICOLOSO” di Luigi Gallini c/o il Circolo Cabana
ROVERETO (TN) DOMENICA 6 APRILE c/o il Circolo CABANA via Campagnole 22 alle ore 17
il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud presenta il libro :
“SOCIALMENTE PERICOLOSO. La triste ma vera storia di un ergastolo bianco”
di Luigi Gallini, Contrabbandiera editrice
“Farci dormire tutti 14 ore esatte per 2, 5, 10 anni filati è un’opera di ingegneria biomedica. Pare di essere animali da laboratori trasportati da una gabbia all’altra. Mi si avvizzisce il cuore. ”
BOLZANO sabato 5/04 PSICHIATRIA e VIOLENZA MEDICA nell’ OCCUPAZIONE della PALESTINA c/o Sala Rosenbach – Piazza Nicoletti
BOLZANO SABATO 5 APRILE c/o Sala Rosenbach – Piazza Nicoletti – Oltrisarco
alle ore 20 PSICHIATRIA e VIOLENZA MEDICA nell’ OCCUPAZIONE della PALESTINA
con Associazione Culturale Livorno-Palestina e il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
Come collettivo Artaud presenteremo l’opuscolo “IL RUOLO DELLA PSICHIATRIA NELL’OCCUPAZIONE DELLA PALESTINA” – Autoproduzione Robin Book – Luglio 2024, per leggere criticamente la psichiatria come pilastro del sionismo, smantellare la visione strutturale occidentale della salute mentale e de-patologizzare la Resistenza.
Iniziativa nell’ambito della 3 giorni +970 CHIAMATA DALLA PALESTINA
(dialoghi- incontri- cortometraggi- libri- teatro-danza- musica)
LINK per ascoltare la presentazione dell’opuscolo “IL RUOLO DELLA PSICHIATRIA NELL’OCCUPAZIONE DELLA PALESTINA” su Radio Blackout
https://radioblackout.org/podcast/the-empire-strikes-back/
Questo è il link per ascoltare al minuto 44 la chiacchierata fatta, come Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artuad , durante la trasmissione Ri-Congiunzioni su Radio Blackout in cui abbiamo presentato l’opuscolo “IL RUOLO DELLA PSICHIATRIA NELL’OCCUPAZIONE DELLA PALESTINA” – Autoproduzione Robin Book – Luglio 2024, per leggere criticamente la psichiatria come pilastro del sionismo, smantellare la visione strutturale occidentale della salute mentale e de-patologizzare la Resistenza.
FORLì: sabato 22/02 Presentazione dell’opuscolo “IL RUOLO DELLA PSICHIATRIA NELL’OCCUPAZIONE DELLA PALESTINA” c/o Circolo Arci Asyoli
FORLì SABATO 22 febbraio 2025 al Circolo arci Asyoli c.so Garibaldi n.280
Ore 17:30 – Presentazione dell’opuscolo “IL RUOLO DELLA PSICHIATRIA NELL’OCCUPAZIONE DELLA PALESTINA” – Autoproduzione Robin Book – Luglio 2024
Leggere criticamente la psichiatria come pilastro del sionismo, smantellare la visione strutturale occidentale della salute mentale e de-patologizzare la Resistenza.
Ne parleremo con il Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa.
A seguire Buffet Vegan. Troverai un banchetto di materiale informativo.
FONDI PERDUTI 50.000 euro per un pulmino alla Casa Verde (Stella Maris). Cronaca di un’operazione di propaganda e restyling
Gentile Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani
Gentile Sindaco di San Miniato Simone Giglioli
Gentile Arcivescovo di San Miniato Giovanni Paccosi
Gentile sezione soci COOP Valdarno Inferiore
Gentile CGIL Toscana
Gentile CAAF CGIL Toscana
Gentile SPI CGIL Toscana
Gentile Giulio Caravella consigliere della Fondazione “Il Cuore si scioglie”
FONDI PERDUTI 50.000 euro per un pulmino alla Casa Verde (Stella Maris). Cronaca di un’operazione di propaganda e restyling
Apprendiamo con stupore dalla stampa e dalle TV locali della toscana che un nuovo pulmino è stato donato alla struttura Casa Verde gestita dalla fondazione Stella Maris attraverso una raccolta di fondi che ha coinvolto molti soggetti pubblici e privati. Siamo contenti che i ragazzi di Casa Verde abbiano un pulmino per gli spostamenti, ci stupiamo che fino a oggi non lo avessero.
Vi informiamo che la fondazione Stella Maris è un’istituzione privata convenzionata, sotto processo da anni per maltrattamenti ai giovani ospiti di una delle sue strutture (quella di Montalto di Fauglia in provincia di Pisa) destinata a ospitare giovani adulti con autismo. Più di 280 gravissimi episodi di violenza sono stati registrati dalle telecamere in soli tre mesi nel 2016 che, comunque si concluda il processo, rimarranno impressi nelle coscienze di chi li ha subiti e delle loro famiglie. Nel corso del processo alcuni operatori hanno anche parlato dell’uso disinvolto di “tappeti contenitivi”, dove gli ospiti, in caso di crisi, venivano arrotolati per essere contenuti e immobilizzati. Tappeti contenitivi il cui utilizzo la Regione Toscana dice di non aver mai autorizzato.
A questo link potete vedere, a riguardo, il reportage di RaiNews24 “LA STORIA DI MATTIA- Il più grande processo per maltrattamenti ai disabili in Italia” a cura di Maria Elena Scandaliato.
https://www.raiplay.it/video/2023/09/Spotlight-Storia-di-Mattia-Il-piu-grande-processo-per-maltrattamenti-ai-disabili-in-Italia-b5372d41-d112-4d88-afee-6545decb78fb.html?wt_mc=2.app.cpy.raiplay_prg_Spotlight.&wt
La fondazione Stella Maris ha ricevuto 5,2 milioni di euro nel 2016 (l’anno dei maltrattamenti) e 4,5 milioni di euro nel 2022 da parte della Regione Toscana, che non si è mai neanche degnata di costituirsi parte civile al processo in corso. Anzi, ha assegnato nel 2021 alla Stella Maris, nel pieno della bufera processuale che vedeva la fondazione coinvolta non in uno ma in due processi penali (a seguito della morte di un paziente in circostanze sospette) la sua più alta onorificenza, il Gonfalone d’argento. Veniamo a sapere oggi che la Regione Toscana, rappresentata in questa occasione dal suo stesso presidente Eugenio Giani, ha voluto ulteriormente contribuire con fondi pubblici alla raccolta di 50.000 euro a favore della struttura Casa Verde, anch’essa appartenente all’arcipelago Stella Maris. Eppure sul territorio, anche sanminiatese, esistono realtà associative che stanno sperimentando percorsi di cura alternativi rispetto a quelli adoperati dalla Stella Maris che meriterebbero sostegno e contributi.
Avevamo già scritto a novembre 2024 alla redazione dell’Informatore COOP, che nel mese di ottobre aveva dato notizia di questa raccolta fondi. Chiedevamo che i fondi raccolti dai soci (molti dei quali rappresentano anche i ragazzi maltrattati e le loro famiglie) potessero essere assegnati ad associazioni, onlus e a fondazioni più bisognose. Chiedevamo che fosse fatta conoscere ai soci COOP anche l’altra realtà legata alla Stella Maris, quella dei maltrattamenti e delle violenze. Questa opportunità ci è stata negata. La redazione dell’Informatore COOP mai ha risposto a una nostra ulteriore seconda lettera, nella quale facevamo presente che era assurdo anche il solo pensare che una fondazione che riceve milioni di euro dagli enti pubblici abbia anche la sfacciataggine di chiedere ulteriori contributi ai clienti Coop. E veniamo a conoscenza oggi di contributi elargiti anche dalle varie articolazioni della CGIL Toscana: come se non bastassero le elargizioni della Regione Toscana.
Ci stupisce anche la posizione del Sindaco di San Miniato e ancor più quella della curia arcivescovile che pur essendo a conoscenza dei fatti gravi accaduti a Montalto di Fauglia (una struttura direttamente dipendente dal vescovo sanminiatese), pur leggendo sui giornali le atrocità che lì si sono compiute, pur sapendo che da anni un processo si sta svolgendo su quei fatti, non ha mai sentito il bisogno di dire una parola di condanna verso quei fatti o una parola di solidarietà verso i ragazzi maltrattati e le loro famiglie. Oggi invece plaude a questa iniziativa palesemente propagandistica fatta solo allo scopo di rilanciate una fondazione in evidente crisi d’immagine e sotto processo con accuse terribili.
Se nessuno prende mai posizione le cose difficilmente cambiano. Anzi: solamente quando viene data l’opportunità di esprimersi su questioni di interesse collettivo si può sperare di migliorare la società in cui viviamo. E quella della Stella Maris è una vicenda che riguarda tutti.
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud – Pisa
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